Il cazzeggio è una antica arte proveniente principalmente dall'Italia, ma anche se fosse nata nell'Estremo Oriente, gli Italiani ne sarebbero comunque i maestri indiscussi! L'arte del cazzeggio, cioè il non agire in alcun modo, comprende diverse tipologie di azione: inizialmente era inteso come un non fare totale, cioè il mettersi sul letto/divano/poltrona e lentamente chiudere gli occhi e addormentarsi senza alcun interesse verso il prossimo e tutti gli altri. Secondo invece la tradizione Orientale, lo scopo di tale attività è quello di raggiungere il "fou azz" ["sommo stato"] impratichendosi nella divina arte illustrata dal sommo Chun-Chi-Bao. Essa è metafora della contraddizione della vita: infatti come disse il venerabile Chun-Chi-Bao "Chi non cazzeggia, fa. Ma chi cazzeggia fa qualcosa".
filosofia del cazzeggio Queste massime, strettamente nate tra i filosofi poltronari italiani, spiegano le radici etico morali del cazzeggio e spiegano come vivere bene cazzeggiando. Ecco le più famose: 1. Se non vuoi fare qualcosa, non farla O rischierai di farla così male che dovrai ricominciare tutto da capo 2. Se sei stanco siediti sulla prima cosa morbida che trovi Accasciarsi sul pavimento potrebbe causare ancora più stanchezza 3. Se qualcuno ti chiede un favore tu accetta e poi dimenticatene Tanto, se anche te ne ricorderai, non avrai voglia di farlo (e qui si ritorna al punto 1. 4. Non guardare MacGyver O potresti scoprire a cosa non serve cazzeggiare 5. Ricordati di controllare periodicamente (anzi, di far controllare) la tua poltrona/panchina/divano e la tua televisione, e assicurati di avere a portata di mano cibarie di ogni genere Come ci insegnano i maestri del cazzeggio, nessun cazzeggiatore di nessuna età può fare a meno di un luogo dove sedere, di qualcosa di schifoso da mangiare e di uno schermo da guardare... 6. Cazzeggio ergo sum Questa frase ci dice che anche nella cultura latina era previsto un senso di cazzeggio ereditato dai moderni inventori di questa nobile arte. 7. Non fare oggi quel che puoi fare domani Tanto poi te ne dimentichi